giovedì 7 maggio 2020

San Lidano e il Covid19

La pandemia che stiamo affrontando da diverso tempo a questa parte, c’ha fatto comprendere come sia importante il concetto di squadra, condivisione, reciprocità, solidarietà, tolleranza, determinazione, affidabilità, trasparenza, fiducia, speranza e coraggio da esprimere in un momento  dove le paure, le angosce, l’incerto, la rabbia, la disperazione e l’isolamento tendono a sopraffare gli animi anche dei più ottimisti.

Siamo condizionati da cambiamenti radicali e tutto il periodo di isolamento vissuto e in parte ancora attivo, avrebbe dovuto farci capire come siano importanti gli aspetti  sopraelencati. Faccio questa premessa per descrivere il mio stato d’animo e le mie perplessità a fronte di una strada intrapresa da parte dell’Amministrazione setina con a capo il Sindaco sulla questione del Belvedere.

Il Covid19, fortunatamente, non ha l’effetto dell’Alzheimer e rientrare parzialmente al lavoro per trovare una proposta di Delibera sull’abuso perpetrato al Murolatera è francamente deludente.

La politica non è opinione personale ma, per essere virtuosa, deve tendere ad esprimere un sentito comune, una esigenza collettiva, un interesse pubblico che va oltre i personalismi. Mi sarei aspettata un atto d’amore da parte di chi vuole, costi quel che costi, alzare un monumento alla gloria di un Santo che si starà rivoltando nella tomba. Un atto d’amore caratterizzato dal confronto democratico per comprendere le ragioni di tutti, senza escludere nessuno. Un atto d’amore che esprima condivisione, dialogo, comunità, bene collettivo, memoria, storia, antropologia, cultura, visione del mondo, ripulito dalle celebrazioni di parata di un potere fine a se stesso. Un atto d’amore intriso di umiltà, di sentimento vero, quello empatico che entra nei panni altrui, quei panni anonimi, senza monumenti, senza esaltazioni e senza corone. Immagino San Lidano oggi, si sarebbe rimboccato le maniche e sarebbe stato tra i malati di Covid19 e si sarebbe pure risentito se qualcuno avesse “buttato soldi” per erigere una statua a sua memoria, anziché utilizzarli per scopi più umani, legati alla salvezza dei corpi e delle anime di Dio, quelle anime abbandonate a se stesse, quelle povere, quelle che, con questa emergenza sanitaria, rimarranno indietro per mancanza di strumenti e perché sono meno fortunati di altri.

E’ proprio così, la diseguaglianza sociale è un tema da affrontare quanto prima ed è fondamentale proporre soluzioni affinché nessuno rimanga escluso. Ma, ahimè! Di “esclusione” ne è intrisa l’aria, basti pensare che qualsiasi scelta fatta sul territorio, viene decisa nelle segrete stanze a cui non è dato il confronto nemmeno ai consiglieri comunali. Parlo del Belvedere, della Piazza di Sezze Scalo, del Parco di Piazzale delle Regioni e di quelle poche e sbilenche cose messe in piedi in maniera confusa, non partecipata e con un metodo che ricorda regimi totalitari.

Mi chiedo come si possano fare sonni tranquilli di fronte all’ipotesi che per un Santo non ci sia l’unanimità del Consiglio Comunale. Povero San Lidano! In mano a pochi che pensano alla politica come “potere” sulla sopraffazione del più debole, sulla vittoria dell’arrogante a scapito della coraggiosa espressione degli umili, sul controllo del voto con il “ricatto sociale”, sul pensiero “condizionato” anziché libero, sulla verità in tasca senza dubbio alcuno con una posizione diametralmente opposta  a  chi ogni giorno soffre in compagnia dei propri pensieri angosciati, sensibili ed empatici e che cerca di dare voce a chi non ha il coraggio di farlo.

Mi assalgono dubbi ogni minuto, poi , volgo lo sguardo sulla realtà che viviamo ogni giorno e mi rendo conto come, determinati “personaggi” abbiano costruito la loro fortuna sulla paura di un popolo troppo disperato per ribellarsi, troppo angosciato per pensare in maniera critica, troppo deluso per credere che possa esistere una politica virtuosa, trasparente, democratica e partecipata.

Mi riservo di esporre gli aspetti tecnici della delibera nelle sedi appropriate, quando sarà il momento. Nel frattempo, ho sentito l’esigenza e l’obbligo morale di esprimere il mio libero pensiero.

“La libertà non è star sopra un albero

Non è neanche avere un’opinione

La libertà non è uno spazio libero

Libertà è partecipazione”

 










lunedì 20 aprile 2020

La città dei bambini


Un appuntamento da non perdere e, per chi non conoscesse questi due illustri personaggi che hanno contribuito a rendere grande il nostro paese, sarà un'occasione per comprendere come "la creatività è un atto democratico" e " la conoscenza di un'opera d'arte deve essere accessibile a tutti perché tutti devono avere lo stesso uso dei linguaggi non perché tutti siano artisti ma perché nessuno sia schiavo".

Il mio pensiero è rivolto ad un ricordo che conservo nitidamente nella memoria, ovvero lo studio di ricerca svolto per la mia tesi di laurea il cui tema era "La Ludoteca,un edificio a misura di bambino.
Bruno Munari è stato uno degli autori che ho approfondito nello studio di ricerca e il progetto dell'edificio in questione, presenta diverse chiavi di lettura che riporto di seguito:

RECINTO. L’edificio-ludoteca è posto sopra una grande pedana rialzata rispetto alla quota 0.00. Tale scelta nasce da due esigenze: la prima concettuale ovvero il luogo ludico deve essere per il bambino un’isola su cui “approdare”; la seconda, più pratica, permette protezione e la possibilità di poter costruire l’edificio in qualsiasi contesto (urbano o non…);
L’OCCHIO. Tale concetto è espresso dalla scelta del lucernario posto in copertura e avente una sezione che ricorda l’obiettivo di una macchina fotografica…”che imprime le immagini di un cielo stellato, e dall’esterno c’è un occhio che controlla e protegge…”. Esplicito è il richiamo alla figura materna.

In sintesi:
  • L'oggetto-architettura e L'architettura-oggetto;
  • La giusta dimensione dello SPAZIO;
  • Lo spazio come insieme di LUOGHI;
  • L’ARTICOLAZIONE dello spazio come fattore che genera luoghi individuali e collettivi.


Il mondo dell'infanzia ha caratterizzato in maniera determinante la mia formazione e l'idea che una società possa svilupparsi su un parametro di misura come quello del bambino, genera speranza nell'approccio alla vita.
Oggi, oltre a svolgere il mestiere dell'architetto, svolgo anche un ruolo politico e sono sempre più convinta che l'unica "ripresa" che va pianificata e concretizzata non può prescindere dai bambini e dal loro mondo, dalla loro dimensione, dalla loro educazione alla creatività, da città organizzate sulla loro misura con l'obiettivo virtuoso di formare generazioni libere da ogni forma di schiavitù.

Allego alcune immagini della ricerca che ho svolto per la mia tesi  con la speranza che sia un piccolo spunto di riflessione per chiunque abbia voglia di approfondire l'argomento.



Tavola studio su Bruno Munari

Dettaglio Tavola. La creatività come atto democratico.

Dettaglio tavola. L'oggetto

Dettaglio Tavola. La bibliografa e i Prelibri

Dettaglio Tavola studio aldo Van Heyck e la città
...Fa di ogni posto un luogo, di ogni casa ed ogni città una serie di luoghi, poiché una casa è una piccola città, e una città una grande casa...(Aldo Van Eyck)

Ingresso di una scuola



Vista progetto Ludoteca


Pianta e prospetto Ludoteca

Prospetto e sezione Ludoteca






martedì 18 febbraio 2020

Parco lineare. Rassegna stampa

lunedì 17 febbraio 2020

La giornata dello sport sulla Ex 156 dei Monti Lepini

Al Presidente Commissione
Cultura, Politiche Scolastiche e Sport
Ai Componenti della commissione

Al Presidente Commissione
Urbanistica e Ambiente
Ai Componenti della commissione

Via Diaz n. 1 - 04018 Sezze (LT)


Oggetto: Proposta di Progetto del Gruppo Consiliare SBC per la Festa dello Sport 2018

In riferimento alla richiesta Prot. n. 13256 del 12-06-2018 nella quale la Presidente Federica Fiorini invita i componenti della commissione che presiede a fare proposte in merito all'organizzazione dell'estate Setina 2018, le Consigliere Comunali del Gruppo Consiliare SBC nella persona di Contento e Palombi, coadiuvate dal Movimento Politico che rappresentano espongono quanto segue:

La XV giornata nazionale dello sport 2018 si è svolta lo scorso 3 giugno ed ha avuto uno slogan molto efficace: “Lo sport difende la natura”
Tale giornata si è incentrata su questo tema riportato nello slogan, vicino alle istanze declinate dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) attraverso l'Agenda 2020, nella quale la sostenibilità ambientale viene identificata come una delle finalità da perseguire, partendo dalla responsabilità che lo sport ha dal punto di vista educativo e sociale anche nel preservare, tutelare e valorizzare la natura.
L’aspetto che viene spontaneo analizzare, riguarda la stretta relazione tra le discipline sportive e il contesto paesaggistico entro il quale vengono esercitate. Sarà sicuramente incisivo e qualitativo considerare il rapporto tra l’essere umano e il mondo naturale che lo circonda. Inoltre, la riflessione è necessaria e merita ulteriori approfondimenti per spiegare come sia importante organizzare un evento sportivo in un luogo particolarmente caratteristico così da puntare allo sviluppo di progetti sostenibili e diffondere la cultura dello Sport come concetto Libero,condiviso e pulito.
Per questo motivo l’evento, legato alla festa sportiva, va inquadrato in una visione strategica che vede la fruizione da parte della collettività dello Scalo, dell'asse che collega il sito del Monumento Naturale dei Dinosauri al Lago Mole Muti (sito naturalistico di grande pregio vedi adesione al Contratto di Fiume Ufente) e all’Arnalo dei Bufali (sito preistorico di rilevante importanza storico-archeologico e culturale per il nostro paese).
Il tratto da considerare è senza dubbio la ex 156 dei Monti Lepini che dovrebbe diventare un parco lineare e identificarsi come uno spazio collettivo di aggregazione socio-culturale con elevato valore ambientale. Sicuramente un tracciato da riqualificare con un'azione sostenibile e che vede lo sviluppo del cosiddetto eco-turismo (passeggiate a piedi e a cavallo, in bicicletta, navigabilità Ufente con canoe, gite scolastiche ai monumenti d'interesse archeologico nonché al Parco dei Dinosauri, riconnessione con Ceriara di Sezze dove passa la via Francigena del Sud, sentieri e percorsi collinari passando per le Doline del Centro Italia e arrivando a visitare il Centro storico del Paese per poi ricollegarsi con l'antica via Setina e scendere nuovamente al Monumento Naturale).
Come tradurre una trasformazione territoriale così complessa e lungimirante in azioni concrete finalizzate a far crescere massa critica e consapevolezza collettiva di quelle che sono le potenzialità territoriali a cui puntare?
Da questo quesito si deve partire per indagare come, in questo momento storico, la politica deve condurre le scelte verso una direzione che vede la bonifica di aree compromesse e la valorizzazione in termini di sostenibilità e salvaguardia ambientale.
Come sopra descritto e come meglio riportato nella mappa, l’asse oggetto della proposta è il tratto della ex 156 dei Monti Lepini (oggi di competenza comunale) che, dovrebbe diventare un asse attrezzato e ciclopedonale con la scelta di ridurre la carreggiata stradale e metterla in sicurezza per renderla fruibile alla collettività.

"...è ormai una certezza che la riqualificazione degli ambienti urbani degradati passa attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici aperti, più o meno grandi: sono i luoghi del collettivo urbano, che superando il concetto tradizionale della piazza, (presentando identità e funzioni anche diverse) possono acquisire oggi le valenze che il termine piazza ha sempre avuto nella storia della architettura e della città; sono quei luoghi dove sono possibili gli scambi sociali, culturali e commerciali.....sono quei luoghi - cerniera, dove il singolo cittadino diviene comunità e trova il contatto diretto con gli altri; sono - come le piazze storiche - i luoghi dello stare e del divenire..."








Il luogo cerniera riportato nella citazione può identificarsi proprio in questo tratto perché cerniera e contenitore allo stesso tempo di un concetto vitale per un insediamento urbano come quello di Sezze Scalo, nato in maniera spontanea e che necessita di una riqualificazione urbana.

Più concretamente, la proposta consiste in:
1.  Prevedere la piantumazione degli alberi concessi dall’Astral al Comune di Sezze per la compensazione relativa al taglio dei platani effettuato sul tratto che va da Sezze Scalo verso Latina;
2. Stabilire la data dell’evento per la festa dello sport e per quella data verificare la messa in sicurezza del tratto stradale per la fruizione a piedi e in bicicletta (chiusura al traffico dall’asse principale prossimità Mole Muti, vedi immagine);
3. Attività di sport libero e ricreativo lungo il tratto in questione con la collaborazione di associazioni, società sportive e cittadini.

Sezze, 19 giugno 2018

Certe di un positivo riscontro, porgiamo
Cordiali saluti 


Le Consigliere Comunali del Gruppo

Rita Palombi
Eleonora Contento


martedì 18 giugno 2019

Lo spazio Urbano e l'identità collettiva - San Lidano D'Antena a Sezze.

Grazie a San Lidano, dopo una lunga pausa, ho deciso di tornare a scrivere un breve pezzo sul mio blog nato quasi 10 anni fa. 

Il lungo periodo di pausa non ha certamente modificato la visione di città che continuo a conservare e che necessita di una narrazione continua. Quando si esprimere un opinione su temi di carattere urbano che coinvolgono l'immaginario collettivo, nella maggior parte dei casi, si generano posizioni non sempre  coincidenti. A questo punto, la politica dovrebbe esercitare la propria funzione di mediazione con l'obiettivo di sciogliere nodi apparentemente complessi. 
Non molto tempo fa a Sezze, paese dei miei Natali, in cui vivo e in cui esercito il ruolo di Consigliere Comunale di Opposizione, qualcuno ha pensato bene di piazzare la statua di San Lidano, patrono della città, sulla terrazza del Belvedere della Piazza del Duomo, nel cuore del centro storico della città. Non voglio entrare nel merito dell'iter amministrativo e tecnico che presentano enormi lacune per le diverse illegittimità riscontate ma, voglio soffermarmi sull'aspetto legato al vivere di una comunità la quale, sta cercando di difendere con tutte le proprie forze quel piccolo pezzo di città non contaminato. In virtù di questo sentimento, voglio riportare un passaggio esplicitato dal comitato spontaneo Muro della Tèra nato per la difesa e la salvaguardia dello spazio urbano oggetto della contesa...

“lo spazio libero ed infinito verso l’orizzonte, fino al mare e alle isole Pontine, che sorprende ed affascina tutti i visitatori della Cattedrale nell’atto di entrare in Piazza Duomo attratti dalla bianca facciata ed accorgendosi all’improvviso, voltando lo sguardo verso destra, dell’infinito libero spazio che dona la visuale verso l’orizzonte. Inoltre per i sezzesi quello spazio è molto di più. Ognuno ha ricordi legati a quell’affaccio ogni volta sempre più sorprendente. Ci sono storie, aneddoti, poesie dialettali e memorie intime che hanno visto quello spazio libero di contemplazione, magari dopo matrimoni  e funerali dei propri cari, come luogo ideale che nel cuore è rimasto a molti sezzesi. Forse, quello è l’ultimo luogo incontaminato e non deturpato da orpelli e suppellettili architettoniche che è rimasto a Sezze, e di un valore naturalistico e paesaggistico inestimabile. Peraltro, proprio nello spazio sottostante a quell’area, oggi difficilmente raggiungibili e in stato di abbandono, ci sono delle grotte ad alta volta che contenevano ossari ed altre strutture antiche.”

E' da queste parole che si evince il valore inestimabile di quel luogo. Non ho nulla in contrario alla statua ma, rimango del parere che sarebbe un grave errore collocarla al centro della terrazza del Belvedere, luogo storico ed identitario per intere generazioni setine. Non è automatico che la valorizzazione degli spazi urbani sia direttamente proporzionale a quanti elementi vi si inseriscono dentro per riempire i vuoti spaziali. Spesso accade che uno spazio apparentemente vuoto è di una bellezza che va aldilà di qualsiasi riempitura si possa immaginare. E proprio quel fazzoletto di terrazzo del "Muro della Tèra è bello ed unico perché libero da qualsiasi "orpello".

Attualmente i lavori sono sospesi per una serie di difformità tecniche e da quest'episodio è nato un vero dibattito che ha risvegliato una coscienza collettiva sopita ormai da anni.
Molti scrivono di una "esagerazione" per aver sollevato dissapori e aver manifestato contrarietà alla collocazione della statua in quel punto esprimendo un'opinione al riguardo e per aver trovato il coraggio di voler partecipare ad un dibattito pubblico. Io sono dell'idea che questa piccola manifestazione di partecipazione collettiva su un tema d'interesse pubblico dovrebbe far riflettere tutti sull'importanza che suscita uno spazio urbano soprattutto se legato alla memoria storica ed alla narrazione collettiva di intere generazioni. La politica oggi, più che in altri tempi, deve essere interpretata come uno strumento a servizio della comunità e in difesa e valorizzazione del bene comune. A tal fine, auspico in una risoluzione della questione con lo spostamento di questo povero Santo che non avrebbe voluto generare tanta discordia. 

Nell'immagine una vignetta di Catalina Stan per gentile concessione del Direttore Lidano Grassucci del "Fatto a Latina".


Vignetta di Catalina Stan per gentile concessione del Direttore Lidano Grassucci

martedì 11 aprile 2017

Chi è Sezze Bene Comune

lunedì 9 gennaio 2017

Sezze, La città Visibile



Un parco dei dinosauri a Sezze



mercoledì 5 ottobre 2016

Sezze Bene Comune

mercoledì 16 marzo 2016

Il 17 aprile 2016 vota si per fermare le trivelle


UNO SPOT CONTRO LE TRIVELLAZIONISpot realizzato da Natasha Cuofano, Bruno Della Sala, Raffaele Luca Lambiase, della 5 G...
Pubblicato da Liceo Artistico Sabatini-Menna su Venerdì 11 marzo 2016

martedì 26 gennaio 2016

L'anfiteatro "Leopardiano" a Sezze

Un muro rappresenta un elemento architettonico che definisce un limite territoriale suscitando un'attrazione inconscia quasi inspiegabile. 

Muro e limite rappresentano due aspetti fondamentali per esprimere un pensiero in merito al progetto urbano che si vuole realizzare sull'area adibita a mercato settimanale e sita nei pressi dell'ex anfiteatro. Giorni fa, ho potuto apprendere dai giornali che esiste l'intenzione di abbattere il muro di cinta che delimita i due ambiti territoriali, ovvero l'area del mercato e quella dell'ex teatro sacro.


Sempre in merito a quest'area, tempo fa, sono state espresse opinioni da vari soggetti e da rappresentanti di associazioni di categoria, richiamando l'attenzione ad intervenire su questa specifica area con la necessaria riflessione per meglio comprendere gli effetti delle trasformazioni prodotte negli anni sull’ambiente, sia dal punto di vista fisico che visivo.
Proprio queste opinioni  confermano la necessità di pensare ad una riqualificazione dell'area che tenga conto delle uniche tracce storiche sopravvissute allo scempio perpetrato sull'ex anfiteatro. L'approccio progettuale da mettere in pratica deve racchiudere una grande sensibilità tale da sviluppare un tipo d'intervento di recupero dell'area e non certamente quello di proseguire il feroce accanimento di distruzione palesato negli anni e rafforzato dal "monumento all'ignoranza" cosi come definito da autorevoli colleghi.
Per maggiore chiarezza sulla mia posizione di difesa del muro, faccio un esempio pratico introducendo il concetto con due domande.



Qual è la percezione che si avverte in uno spazio rinascimentale? 

Che sensazione si prova quando si passeggia per le vie di un centro storico medioevale?


Il cittadino prova un piacevole senso di benessere oggettivamente inspiegabile e non sa per quale motivo quegli spazi urbani trasmettono questa piacevole sensazione. Certo è che quei luoghi sono definiti da elementi architettonici collocati in modo da formare uno spazio urbano limitato e proporzionato sull'esigenza dell'essere umano, tale da contribuire alla qualità di vita che vi si svolge.



Quando, invece, questo spazio non ha valenza urbana ed è indefinito, come lo è l'area del mercato settimanale, togliere l'unico elemento certo che limita fisicamente lo sguardo e il piacere della scoperta, potrebbe essere considerato un grave errore progettuale così da provocare al fruitore un senso di smarrimento. La scoperta va  intesa come  rievocazione del gioco infantile da espletare con camminamenti sospesi verso la pianura pontina e rafforzando l'elemento muro come asse attrezzato; lo sguardo va inteso come caratteristica principale dell'idea d'infinito leopardiano da realizzare con bucature sul muro così da incorniciare scorci di paesaggio.
"Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude".



Una metafora  poetica per contribuire, in piccola parte, a restituire dignità a quel luogo fisicamente scomparso ma, ancora vivo nella memoria dei setini.



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giovedì 9 luglio 2015

Progetto di Riqualificazione del Centro Storico di Sezze (LT). Recupero e valorizzazione del quartiere "San Lorenzo" - Vicolo della Libertà - Vicolo Marte - Vicolo Apollo - Via Dante


Dalla Relazione di Progetto: La Regione Lazio, in rispetto della L.R. 38/99, stanzia un finanziamento di euro 257.012,23 a favore dell'Amministrazione comunale di Sezze (LT) finalizzato alla realizzazione dell'intervento di "Recupero e valorizzazione del quartiere San Lorenzo: Piazza San Lorenzo, Vicolo della Libertà, Vicolo Marte, Vicolo Apollo, Via Dante". DGR n. 530 del 05/08/2014. Con la determina del Direttore regionale n. GI4727 del 17/10/2014 è stato assunto sul cap. E74502 un impegno di spesa pari ad euro 25.701,22 sull'esercizio finanziario 2014 e prenotazione di spesa per euro 102.804,89 nel 2015 ed euro 128.516,12 nel 2016. L’intervento proposto è localizzato nella parte Nord del centro storico di Sezze, comune in provincia di Latina, delimitato a Sud da via San Carlo che collega le due porte di accesso storiche principali al paese, ovvero Porta Sant’Andrea e Porta Romana; a Nord dalla cinta muraria di epoca romana. L'area di intervento è caratterizzata dalla presenza di due nodi identitari principali: la chiesa di San Lorenzo e la casa natale del santo patrono del paese, San Carlo. Entrambe sono situate nella piazza San Lorenzo. 
L’aspetto degradato della zona è evidenziato da una serie di fattori rilevati in loco. 
I più evidenti sono: 
- la discontinuità della pavimentazione, che risulta completamente sconnessa e composta in parte da selci esistenti e in parte da zone asfaltate o coperte con cemento, conseguenti a lavori di manutenzione dei sottoservizi effettuati nel tempo; 
- il degrado visivo dovuto dalla presenza dei cavi degli impianti elettrici della pubblica illuminazione collocati a vista sulle facciate dei fabbricati; 
- il degrado visivo e ambientale causato dai discendenti delle acque meteoriche provenienti dai tetti, in maggior parte fatiscenti, e presenti sulle facciate di tali edifici, che scaricano direttamente sul piano di calpestio dei vicoli. 
I CONTENUTI 
Descrizione generale dell'intervento nei suoi fattori principali. 
Il progetto è stato pensato, tenendo presente quali fossero gli aspetti di degrado dell’intera area d’intervento, con l’obiettivo di trasformare tutto ciò che si presenta come una criticità in una risorsa, così da migliorare l’aspetto architettonico, ambientale, sociale ed economico. Per la pavimentazione si è deciso di provvedere al recupero dei selci esistenti da riutilizzare nell’intervento insieme a lastre di basalto, le cui caratteristiche fisiche garantiscono una maggiore accessibilità ad un tipo di utenza allargata e di conseguenza una maggiore vivibilità dell’area rispetto alla situazione esistente. Difatti la fruizione da parte di un’utenza ampliata darebbe nuova linfa vitale all’intero quartiere del centro storico diventando volano sperimentale di iniziative volte a riqualificare in modo strutturale gran parte del centro storico urbano. Nella via e nei vicoli interessati è stato deciso di realizzare una fascia centrale, costituita da lastre di basalto, e due fasce laterali, di circa 40 cm ciascuna, composte dai selci recuperati. Ad eccezione di vicolo Saturno, la cui pavimentazione sarà modificata soltanto in prossimità della casa di San Carlo, in quanto la situazione esistente, ovvero una pavimentazione in sanpietrini, non presenta criticità nel resto del tratto viario. L’intervento verrà distaccato dalla pavimentazione esistente grazie all’inserimento di lastre di pietra concava alternata da caditoie per la raccolta delle acque meteoriche Per quanto riguarda il rifacimento della pavimentazione di piazza San Lorenzo, gli stessi materiali verranno utilizzati per creare un disegno a scacchiera grazie al contrasto visivo dovuto dall’accostamento di basalto grigio e di selci bianchi. Dal punto di vista più tecnico il progetto prevede l’intera risistemazione dei sottoservizi elettrici, fognari, idrici e di scarico delle acque meteoriche. I cavi dell’impianto elettrico sono stati previsti in cavidotti interrati sulle fasce laterali con possibilità di inserire cavi in fibra ottica, scelta che permetterà un migliore apprezzamento delle facciate dei fabbricati. E’ previsto l’intero rifacimento della rete idrica essendo in uno stato di degrado avanzato in vicolo della Libertà, vicolo Marte, vicolo Apollo, via Dante e piazza San Lorenzo. 

Sistemazione di Piazza San Lorenzo. 

La piazza San Lorenzo, come già detto, è caratterizzata dalla presenza di due emergenze architettoniche importanti: chiesa di San Lorenzo e casa natale di San Carlo. 
La piazza ha assunto una conformazione spaziale irregolare in quanto affetta dalla posizione di queste emergenze, creando due aree attualmente disconnesse tra loro. Si è quindi posto l’obiettivo di unificare lo spazio pubblico in un unico ambiente grazie alla realizzazione di una pavimentazione con un forte tratto geometrico regolare, consistente in una rete di moduli quadrangolari, composti da lastre di basalto grigio e limitati da una fila di sanpietrini bianchi. Inserite in questa rete vi sono due aree verdi, che mantengono la forma geometrica del modulo quadrangolare. Esse saranno caratterizzate da un tappeto erboso di dicondra, una pianta strisciante che non supera i 5 cm di altezza, e dalla piantumazione di un Cercis siliquastrum L., comunemente chiamato albero di Giuda, in ciascuna area, in modo da garantire uno spazio in ombra nei mesi di maggiore insolazione e da vivacizzare la piazza con il cambiamento dei colori nelle varie stagioni. Entrambe le piante hanno la caratteristica di non comportare l’insorgenza di allergie, permettendo la fruibilità dell’area anche a persone soggette a tale patologia. Sotto alle alberature sono collocate le sedute in blocchi di travertino, che rendono questo spazio un luogo di fermata e non di passaggio. Un ulteriore elemento di arredo, il cui intento è di attirare un maggiore afflusso di utenti (soprattutto giovani), sono le fontane a raso terra, che si attivano in tempi programmati per limitare i rumori in fasce orarie non rilevanti per la quiete pubblica.


Schemi
Tavola di Progetto


Commissione dei Lavori Pubblici del Comune di Sezze (LT) del 08 07 2015 



a proposito di storicità...

martedì 5 maggio 2015

Anfiteatro Ecomostro di Sezze

E' piacevole notare come molte persone vogliano contribuire a migliorare la qualità della vita di una comunità. (Vedi...

Posted by RUS (recupero urbano sezze) on Martedì 5 maggio 2015

mercoledì 25 marzo 2015

Riflessioni sull'area "EX ANFITEATRO" di Maurizio Baratta

venerdì 20 marzo 2015

mercoledì 2 luglio 2014


sabato 7 giugno 2014


lunedì 12 maggio 2014


venerdì 27 settembre 2013

Le acque superficiali dell'Agro Pontino

Ci sarà l'11 ottobre 2013 alle ore 9:30 presso l'Aula Magna del Liceo Scientifico G.B. Grassi Latina l'interessante convegno dal titolo "Incontro sul miglioramento della qualità delle acque superficiali dell’Agro Pontino" organizzato dalle sezioni di LATINA dell’ANUA (Associazione Nazionale Ufficiali Aeronautica) e di ITALIA NOSTRA, con la partecipazione attiva della Provincia di LATINA.
Tale incontro è conseguente al recente studio/progetto e relativi workshop organizzati dall’Ufficio Life+08 Rewetland della Provincia (www.rewetland.eu). Si allega uno stralcio degli obiettivi che detto studio si prefigge per il miglioramento della qualità delle acque superficiali, come richiesto dall’Europa e riportato nel PRA (Programma di Riqualificazione Ambientale).
A riguardo si evidenzia che l’incontro è supportato dalla recente approvazione da parte della Provincia del Documento Preliminare di Indirizzo circa il Programma di Riqualificazione Ambientale delle acque superficiali dell’Agro Pontino, consultabile sul sito della Provincia www.provincia.latina alla voce Albo Pretorio, pag 5, CP 16/2013. In particolare il citato documento circa la Promozione di comportamenti più attenti verso la tutela delle acque da parte di cittadini ed imprese prevede anche la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e didattiche sul tema della risorsa idrica, della qualità delle acque e del patrimonio storico della bonifica (azione 142 del PRA). L’obiettivo che ci si pone è quello, oltre che diffondere e informare sull’argomento qualsiasi cittadino, di stabilire un percorso conoscitivo e operativo (per quanto possibile) con le scuole sulle variegate e complesse tematiche legate al miglioramento della qualità delle acque superficiali.
E’ quindi intenzione delle Associazioni e della Provincia di accompagnare gli eventuali studi che insegnanti vogliano intraprendere, promuovendo nel tempo ulteriori incontri ristretti e finalizzati.

Vi aspettiamo l'11 ottobre.
Buon incontro a tutti!

martedì 28 maggio 2013

VIALE DEI CAPPUCCINI A SEZZE (LT) E I SUOI OLMI PERDUTI

L'albero rappresenta un elemento naturale che è direttamente collegato alla mia infanzia. La casa paterna in cui ho vissuto per 20 anni, confinava con un terreno pieno di alberi di ulivi, albicocche e fichi.
Tra le cose più piacevoli che ricordo, una era quella di salirci sopra e meditare per ore.
Ho imparato a scalare gli alberi alla tenera età di 6 anni e su un albero ho imparato la tabellina del "nove". Ricordi a non finire legati alla maestosità degli alberi. Creature viventi tra le più affascinanti sulla faccia della terra. 
Questa premessa l'ho voluta fare per sottolineare l'offesa fatta, da parte degli amministratori di Sezze (LT), alla  mia sensibilità ed a quella di tutti i cittadini che sperano in un futuro migliore e più virtuoso, con la radicale e scellerata scelta di tagliare un filare di 9 olmi alti 12 metri in uno spazio collettivo.

Circa un mese fa, un amico del gruppo "In difesa dei beni archeologici" di cui faccio parte, mi chiamava chiedendomi se sapevo qualcosa relativamente al taglio degli olmi di viale dei Cappuccini a Sezze (LT), il paese dei miei natali che, dal 2010 mi ospita nuovamente, dopo una lunga pausa metropolitana.
Rispondevo sconcertata di non sapere nulla e così dopo un giro di veloci e disperate telefonate, siamo riusciti a scoprire che era proprio vero. 
Un progetto denominato "Recupero dell'immagine di viale dei Cappuccini" che prevedeva l'abbattimento di un filare di 9 olmi di alto fusto, per lasciare spazio al una lastricata di porfido proveniente dal Trentino o dalla Cina. 
Da quel momento è partita una dura battaglia in difesa di quel filare che, secondo Noi, rappresentava un bene comune di grande valore ambientale e culturale da salvaguardare. 
Senza rinunciare al marciapiede abbiamo fornito soluzioni tecniche alternative che prevedevano l'integrazione del filare esistente. Siamo stati ricevuti dal Sindaco, abbiamo partecipato alle commissioni, abbiamo continuamente scritto e fatto appelli ai nostri amministratori invitandoli al rispetto delle normative vigenti ed adottate.
Alla fine della storia, i signori che dovrebbero amministrare il paese, hanno incaricano un agronomo che ha condannato a morte gli olmi perché malati di grafiosi, pericolosi per la stabilità e di conseguenza per l'incolumità pubblica.
Questo incarico è stato ufficializzato solo dopo il nostro appello al rispetto della normativa vigente ed adottata in particolar modo all'art. 25 del nuovo P.U.C.G.che recita:

"Dovranno essere rigorosamente conservate le alberature di alto e medio fusto esistenti, salvo che si riscontrino condizioni di degrado delle stesse nel qual caso andranno sostituite, nella misura di due nuovi esemplari per ognuno di quelli asportati, di analoghe essenze e comunque autoctone."

Quali potevano essere le condizioni di degrado?
La malattia e di conseguenza la sicurezza pubblica.

Perché per la realizzazione del marciapiede dell’ex viale dei cappuccini sono stati commissionati ben due progetti? Perché il primo, che prevedeva il marciapiede dalla parte opposta al filare di olmi, quindi più funzionale, è stato abbandonato? 
Perché si è sentita la necessità di incaricare un altro progettista per redigere un secondo progetto e cambiare l’ubicazione del marciapiede? 
Perché nel progetto gli olmi figurano come malati da estirpare se la relazione vegetazionale per giustificarne l’espianto è stata commissionata solo il giorno prima del taglio? 
Se invece dalla relazione vegetazionale fosse risultato, al contrario, che gli olmi erano sani, quale sarebbe stata la sorte del marciapiede e dei lavori già appaltati ed iniziati? 
Tutto questo ci spinge a ritenere che il taglio degli alberi è stato solo il frutto di una scelta politica strabica e sorda alle richieste dei cittadini, che niente e nessuno avrebbe mai potuto fermare la scellerata decisione di privare il paese di un bene così prezioso.


canzone registrata dal vivo
Lucia Viglianti voce
Antonello Vannucchi pianoforte
il giardino di Maria